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Quelli che…L’omosessualità è contro Natura.

10 Lug

“Ci sono cose che vanno contro natura molto più dell’omosessualità, cose che soltanto gli umani riescono a fare, come avere una religione o dormire in pigiama.” Magnus Enquist, professore di etologia.

Due femmine dell’albatro di Laysan (Phoebastria immutabilis Rothschild, 1893). Le femmine cooperano alla costruzione del nido e alla crescita della prole quando scarseggiano i maschi. Credit: Eric VanderWerf.

Un crescente numero di studi sembra provare che l’omosessualità negli animali sia assai diffusa. Negli ultimi 15 anni sono stati documentati comportamenti che vanno dai giochi sessuali alla crescita dei cuccioli adottivi in coppie omosessuali di circa 450 specie, sia in cattività che in ambiente naturale.

Fino a qualche decina di anni fa l’omosessualità, osservata principalmente in animali addomesticati o esemplari selvatici tenuti in cattività, veniva bollata come una espressione anomala della sessualità animale (se non addirittura una patologia) e ricondotta a diverse cause scatenanti, come la presenza di individui dello stesso sesso confinati in una gabbia o in un recinto, o carenze o eccessi di ormoni sessuali o un difetto di informazione (imprinting errato) nelle prime fasi di vita di un animale. L’intensa attività di campo di biologi sta cambiando gli orizzonti, sollevando la cortina su questi comportamenti considerati “deviati” da una parte della scienza e della società e rendendo sempre più labile il confine tra omosessualità e eterosessualità.

Alcuni ricercatori sostengono che il comportamento omosessuale possa avere origine in quelle specie che hanno un’organizzazione sociale con dominanza maschile, proprio per affermare il dominio di un individuo su un altro. Altri suggeriscono che la funzione sociale del sesso (sia omosessuale che eterosessuale) serva a rafforzare le alleanze e i legami sociali all’interno di un gruppo. Altri sostengono che la teoria dell’organizzazione sociale sia insufficiente, perchè non spiega alcuni comportamenti omosessuali in quelle specie in cui gli animali scelgono come compagno per la vita individui dello stesso sesso e rifiutano l’accoppiamento con l’altro sesso, anche quando questo sia possibile.

 

Nei bisonti americani è stato osservato che i rapporti omosessuali sono più comuni di quelli eterosessuali.

I maschi adulti dei trichechi sono bisex: durante la stagione degli amori si accoppiano come da copione con l’altro sesso; nel resto dell’anno si trastullano invece con esemplari più giovani.

I maschi di delfini tursiopi sono generalmente bisessuali, ma vivono periodi di esclusiva omosessualità.

Nelle balene grigie le interazioni omosessuali sono abbastanza frequenti.

Il 40% della popolazione maschile di galletti di roccia, uccelli della foresta amazzonica, è coinvolta in attività omosessuali e una piccola parte di questa non si accoppia mai con delle femmine.

Nei cigni neri può accadere che un partner della coppia omosex si riproduca regolarmente, per appropriarsi dell’uovo deposto dalla partner e incubarlo poi con il compagno. I due possono, in alternativa, anche arrivare a scacciare dal nido la coppia eterosessuale, adottandone le uova; un comportamento osservato anche nei fenicotteri.

In alcuni zoo sono stati osservati coppie di pinguini maschi costruire nidi insieme, utilizzando una pietra come sostituto dell’uovo.

Negli elefanti, sia africani che asiatici, sono frequenti le monte tra maschi, associate a interazioni “affettuose”. inoltre, a differenza delle relazioni eterosessuali, che sono sempre di natura sfuggevole, le relazioni tra maschi possono durare anni.

Maschi di giraffa sono stati frequentemente osservati in interazioni come il necking, che ha sì la funzione di definire la gerarchia sociale dei maschi del branco e l’accesso alle femmine in estro, ma può accadere che i maschi coinvolti nello scontro si corteggino, arrivando ad avere un rapporto completo.

Sia maschi che femmine leoni sono stati visti interagire omosessualmente.

I Bonobo, una specie di scimmie strettamente collegata alla specie umana, sono molto attivi sessualmente. Gli studi, condotti sia in natura che in cattività, hanno evidenziato che la bisessualità tra queste scimmie è assai frequente e che circa la metà dei loro rapporti sessuali è con partner dello stesso sesso.

Da queste premesse nascono spontanee delle domande: se l’omosessualità è un comportamento usuale nel mondo animale, questo significa forse che è naturale anche negli uomini? E se l’omosessualità non è una scelta bensì l’esito di un incontrollabile impulso naturale, la si può bollare come immorale?

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